Ricordo di Eros Donnini, autore di moltissimi francobolli di eccelsa qualità
Non ci sono mail che tengano, almeno per chi ormai ha una certa età, i francobolli hanno sempre suscitato un fascino irresistibile e senza tempo. Un tempo, per molti come per me, ricevere una lettera era una gioia doppia, quando era affrancata con un francobollo celebrativo. Un quadretto di carta che era anche un viaggio nella storia e nella geografia della nostra Nazione, motivo di orgoglio e, perché no, spunto per crescere culturalmente.
Poesia, cultura, abilità, arte racchiusi in pochi millimetri grazie alle mani di virtuosi artigiani e artisti, tra i quali, un indiscusso maestro, fu l’incisore Eros Donnini.
Urbinate di nascita, Donnini lavorò presso la Istituto Poligrafico della Zecca dello Stato, raggiungendo la notorietà anche all’estero per l’eccelsa qualità tecnica ed artistica dei suoi prodotti. Eros Donnini fu tra coloro che portarono a livelli eccelsi la qualità dei francobolli italiani, coniugando una complessa tecnica, quale quella dell’incisione, soprattutto in dimensioni minime come quelle del prodotto filatelico, ad una indiscussa qualità artistica.
Molte sono le serie commemorative da lui realizzate nel tempo, sempre di altissimo livello, considerando oltretutto l’estrema difficoltà di realizzazione, del bozzetto prima, dell’incisione poi. Virtuosistica la realizzazione ad esempio, nel 1960, del francobollo commemorativo della Spedizione dei Mille di Garibaldi dove, in un’immagine affollata di personaggi e dettagli, è addirittura possibile riconoscere il nostro Padre della Patria e leggere i nomi delle imbarcazioni: “Questo soggetto sarebbe stato impossibile da riprodurre foto-meccanicamente, – raccontava lo stesso Donnini in un’intervista – i particolari si sarebbero ammassati a tal punto da diventare tante macchie. In casi come questo acquistano importanza l’abilità e l’esperienza dell’incisore, ed occorre sintetizzare al massimo la struttura del disegno, dare rilievo ad alcuni particolari e trascurare o addirittura cancellarne altri. Ed è, forse, per questa ragione che anche artisti molto abili alle volte trovano arduo concepire un bozzetto che andrà poi ridotto a pochi millimetri quadrati. Il formato, infatti, rappresenta un grosso trabocchetto, ove si può cadere con facilità”.
L’anno della definitiva affermazione di Eros Donnini è il 1973, quando viene al lui commissionata la serie “Fontane d’Italia”, per la realizzazione della quale acquista notorietà a livello mondiale, imponendosi “per la sua squisita fattezza ed il gusto artistico”; questa serie resta indubbiamente tra le più famose ed utilizzate emissioni di tutta la Repubblica Italiana.
Negli anni Ottanta il professor Donnini vinse, per ben due volte, il prestigioso premio “Il Cavallino d’Oro”, massimo riconoscimento del settore a livello nazionale assegnato dalla rivista “Il Collezionista” delle Edizioni Bolaffi, grazie alla serie dedicata alle “Ville d’Italia”. Lo vinse poi una terza volta nel 1992 in occasione delle “Celebrazioni colombiane nel quinto centenario della scoperta dell’America”.
Oltre a molti altri riconoscimenti, nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera, nel 1981, per i primi valori della serie dedicata alle “Ville Palladiane”, venne conferito a Donnini l’ “Oscar di Asiago” nell’ambito del Concorso Internazionale tra sessanta Paesi, per il più bel francobollo dell’anno in tema di turismo ed ecologia; è da sottolineare che fu l’unica volta che l’Italia riuscì a conquistare questo premio di filatelia di rilevanza a livello mondiale.
Grande è il rapporto di Eros Donnini con l’Umbria. Proprio per la serie “Fontane d’Italia” realizza il francobollo raffigurante la Fontana Maggiore di Perugia, oltre a quello raffigurante l’eremo di Fonte Avellana per il Millenario della sua fondazione. Per la già menzionata serie “Ville d’Italia” riproduce Villa Fidelia, l’ottocentesca dimora alle porte di Spello, lavoro che gli valse la cittadinanza onoraria della deliziosa cittadina umbra.
Fino alla sua scomparsa, avvenuta il 19 marzo scorso, grande, forte e duraturo è stato il legame con Spello, che si è perpetuato attraverso il suo personale contributo alle celeberrime Infiorate. Ogni anno il Maestro era presente, durante la famosissima manifestazione, ospite dell’Associazione Infiorate di Spello, per firmare le cartoline postali create da lui stesso anno per anno per l’annullo filatelico di Poste Italiane.
La manifestazione spellana quest’anno lo ricorderà con la riproduzione della cartolina postale del 1983 raffigurante il francobollo dedicato a Villa Fidelia della serie “Ville Italiane” e con un annullo, che sarà anche una dedica, al suo Principe del Bulino.
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Benedetta Tintillini